Promozione Salute Svizzera

Interviste

2011 Sophie Frei (La sfida della complessità)
Signora Frei, dal 2009 dirige l’Ente d’incentivazione di progetti Suisse Balance, che attualmente sta sostenendo 9 iniziative nel campo dell’attività fisica e dell’alimentazione. Che importanza riveste la qualità nel suo lavoro quotidiano? La garanzia e lo sviluppo continuo della qualità a livello concettuale e contenutistico fanno parte del nostro lavoro quotidiano. Ad esempio, i requisiti qualitativi e d’ammissione che devono soddisfare i progetti per beneficiare del nostro appoggio sono costantemente aggiornati in base alle più recenti conoscenze scientifiche. In collaborazione con i responsabili dei progetti, controlliamo soprattutto nel quadro dell’inoltro della richiesta che le conoscenze acquisite da progetti in corso e conclusi affluiscano e vengano sfruttate per le pianificazione e la conduzione di altre iniziative. Che cosa intraprende concretamente Suisse Balance per garantire e migliorare costantemente la qualità dei suoi progetti? Dallo scorso anno le richieste possono essere registrate in uno speciale tool online, commisurato alle esigenze di Suisse Balance, sul modello di quint-essenz. Dopodiché, di ogni progetto appoggiato viene redatto un rapporto intermedio e uno conclusivo. I responsabili dei progetti beneficiano del nostro appoggio e della nostra assistenza nell’ambito della gestione progettuale e dell’utilizzo del tool online. Sin dall’inizio s’instaura un rapporto di interscambio regolare volto a generare la migliore qualità possibile dal progetto. Inoltre, ci impegniamo ad applicare il modello della valutazione dei risultati di Promozione Salute Svizzera quale utile strumento di collocamento, pianificazione, conduzione e valutazione delle diverse iniziative. Suisse Balance offre infine ai responsabili la possibilità di avvalersi di una consulenza valutativa professionale esterna. In che cosa consistono attualmente le sfide maggiori nella realizzazione di progetti di promozione della salute? Come sempre una grande sfida è quella della raggiungibilità di determinati gruppi target vulnerabili, quali bambini e adolescenti socialmente sfavoriti e i loro genitori nonché la complessità menzionata nell’articolo introduttivo, le difficoltà di comprovare l’efficacia di un intervento e, per finire, l’ancoraggio a lungo termine di modelli efficaci in seno a strutture esistenti. Per Suisse Balance costituisce inoltre una sfida entusiasmante quella di mantenere una visione d’insieme dei numerosi progetti dedicati all’alimentazione e all’attività fisica in Svizzera, di collocarsi, di riconoscere e quindi appoggiare progetti di buona qualità con un potenziale di diffusione. Se ripercorre il periodo trascorso presso Suisse Balance, che cosa, a suo avviso, oltre ai criteri qualitativi come quelli di quint-essenz, contribuisce in maniera essenziale alla qualità dei progetti? Il riconoscimento dell’impegno profuso dalle singole persone, lo scambio, il lavoro in rete, la cooperazione! Utilizza da anni la piattaforma quint-essenz: dove si situano i vantaggi per il suo lavoro? La piattaforma quint-essenz mi serve innanzitutto per acquisire ed ampliare know how riguardo ai temi della gestione progettuale e dello sviluppo qualitativo nel settore della promozione della salute e della prevenzione; funge inoltre da punto di riferimento per la gestione dell’efficacia dei nostri interventi, da standard per i nostri criteri qualitativi, da base per il tool online e da pratico strumento ricco di utili documenti e modelli.
2011 Marianne Steiner-Gygli (La sfida della sistematicità)
Signora Marianne Steiner-Gygli, lei dirige ad Aarau il centro di competenza per la prevenzione delle tossicomanie del Canton Argovia. Che importanza riveste lo sviluppo qualitativo per lei e per la sua organizzazione? Lavoriamo dal 2008 con il modello EFQM. EFQM concepisce lo sviluppo della qualità come un’interazione tra persone, procedure e risultati: le persone lavorano seguendo dei processi e ottengono dei risultati per altre persone! Lo sviluppo della qualità nel centro per la prevenzione delle tossicomanie del Canton Argovia ha una notevole importanza in quanto riguarda tutti i settori operativi e genera feedback motivanti da parte di clienti. Si tratta di un tema vivo e costante della nostra quotidianità. Che cosa fate concretamente per garantire e sviluppare la qualità dei vostri progetti? Quale ruolo svolge quint-essenz? In tutti i settori ci prefiggiamo obiettivi valutabili, opportuni e, per noi collaboratori, interessanti e stimolanti. Questo significa che ci sono traguardi annuali per il posto, il settore, i progetti, i gruppi target e gli obiettivi personali dei collaboratori. Gli obiettivi e le procedure adottate sono orientate ai risultati chiave auspicati. Si tratta cioè di fornire informazioni su come agire ai nostri clienti e mettere in atto processi preventivi in seno ad organizzazioni e contesti comunali. I miei strumenti di conduzione (riunioni, ritiri, gestione del know-how, corsi, colloqui di valutazione ecc.) sono strutturati in modo che i risultati chiave siano sempre presenti. La qualità è divenuta un tema quotidiano, un’ovvietà. La gestione del know-how riveste pertanto una funzione importante. È chiaramente messa su carta, ma si tratta in realtà di un modo di collaborare e di riferire, un flusso e un’unione di quello che passa nelle nostre teste. Serve a rafforzare la garanzia e lo sviluppo della qualità. Internamente abbiamo sviluppato alcuni tool progettuali, strettamente legati al modello quint-essenz. Essi entrano in gioco in relazione alla procedura progettuale vera e propria. Il tool di gestione progettuale su quint-essenz per noi è troppo complesso e richiede troppo tempo. Ci vuole tempo anche per adeguare le diverse espressioni alle nostre necessità. Tutte le nostre offerte posseggono comunque concetti e procedure che si orientano sulle basi di quint-essenz. Abbiamo quindi integrato e adeguato quint-essenz a EFQM. In che misura conviene investire nello sviluppo della qualità? In che cosa consistono i vantaggi per la vostra organizzazione e i vostri progetti? Lo sviluppo della qualità stimola e risveglia. È interessante, rende più dinamici e genera pensieri interessanti e opzioni risolutive. Impariamo molto su ciò che genera un effetto motivante. Dirigiamo il tutto in modo che i vantaggi alleggeriscano la quotidianità, anche se il processo di elaborazione può sembrare faticoso. Il lavoro con risultati chiave fornisce un chiaro orientamento. Ciò che non serve ai fini dei risultati chiave non ha senso. L’impegno richiesto, inizialmente grande, viene ripagato quando si riesce a fare della qualità una parte integrante ovvia del lavoro quotidiano, accompagnato da approfondimenti mirati di singoli aspetti. In qualità di responsabile che cosa consiglierebbe ad altri centri di competenza nell’ambito della prevenzione e della promozione della salute in termini di sviluppo qualitativo? Lo sviluppo della qualità va implementato e realizzato in modo che il team lo accolga di buon grado. Gli strumenti di gestione della qualità dovrebbero essere spiegabili e valutabili nel limite del possibile. L’aspetto più importante a parer mio è tuttavia il fatto che la qualità diventi un argomento quotidiano, un’ambizione, da cui scaturiscono discorsi e discussioni, un motivo di orgoglio e di soddisfazione per le prestazioni fornite sia personalmente sia in qualità di squadra.
2012 Katrin Meier (Futuro Community)
Signora Meier, lei lavora per la Fondazione Svizzera per la Protezione dell’Infanzia in veste di responsabile delle campagne. Quali sono le sue attività principali? La Fondazione per la Protezione dell’Infanzia è un’istituzione nazionale che si impegna in tutto il paese affinché i bambini possano crescere con dignità, affinché siano rispettati i loro diritti e sia tutelata la loro integrità. Nella Fondazione io sono responsabile per lo sviluppo di concetti e per la redazione di una lista di argomenti a favore per la campagna nazionale per un’educazione senza violenza. La campagna si prefigge di sensibilizzare e informare i genitori, gli specialisti, i bambini e l’opinione pubblica in generale sul tema della violenza fisica e psichica. Per offrire metodi educativi alternativi si vuole, tra le altre cose, promuovere e rafforzare la formazione dei genitori. La campagna ha come scopo principale la prevenzione ma si estende anche alla promozione della salute. Congratulazioni! Lei è la 200esima specialista che pubblica il suo profilo su quint-essenz! Per quale motivo ha deciso di aderire a quint-essenz? Per lo sviluppo professionale della mia campagna ho trovato molto utile lo strumento di gestione progettuale di quint-essenz. Così ho partecipato a un corso di istruzione di quint-essenz nel quale sono venuta a conoscenza della community. Nel settore della prevenzione e della promozione della salute ritengo che sia fondamentale possedere e coltivare una buona rete di contatti e la comunicazione tra specialisti. Lo strumento di gestione progettuale di quint-essenz è convenientemente legato alla community. Questo collegamento consente di pubblicare un progetto non appena è stato abbozzato permettendo ad altri specialisti di esprimersi in merito. Che cosa si aspetta da quint-essenz?/Qual è secondo lei il potenziale della community? Ho aderito da poco alla community, ma spero che l’adesione a questa piattaforma mi consenta di ampliare la mia rete di contatti. A mio parere il tema dell’educazione senza violenza non rientra solo nel campo della protezione dell’infanzia ma va considerato, in senso lato, all’interno del settore più vasto della sanità pubblica. Per questo mi aspetto che dalla community di quint-essenz scaturiscano discussioni e spunti interessanti da una prospettiva più ampia. L’esperienza maturata finora indica che molti utenti desiderano trarre un beneficio da quint-essenz, ma che in generale sono poco disposti a fornire un contributo personale alla piattaforma. Lei in che misura è disposta a contribuire alla community? Innanzitutto mi prefiggo di informare costantemente riguardo allo stato della campagna, e a tal fine, non appena la campagna sarà stata lanciata ufficialmente, creerò un profilo del progetto nella piattaforma della community. In secondo luogo la nostra Fondazione intende intensificare la comunicazione on-line e a tal fine esamineremo sicuramente le possibilità che quint-essenz offre in questo contesto. Che cosa auspica per il futuro della community di quint-essenz? Sarebbe bello assistere ad un’intensificazione dei contatti interdisciplinari tra i professionisti del settore.
2013 Douglas Gonzalez (Conduzione di progetto)
Signor Douglas Gonzalez, attualmente è responsabile del progetto «Bouger plus, Manger mieux!» per il programma cantonale Ça marche del Cantone di Vaud. Quali sono i Suoi compiti principali? Nel quadro del programma cantonale sono stato invitato a sviluppare e attuare un progetto di promozione dell'attività fisica e dell'alimentazione sana rivolto alle popolazioni provenienti da ambiti di migrazione. Il progetto multiculturale «mon assiette, mes baskets» punta pertanto a radicarsi nella popolazione migrante e nelle comunità organizzate. La creazione di legami tra i miei partner e con i partecipanti è essenziale per affrontare argomenti tanto intimi quanto il sovrappeso ponderale, la nutrizione, l'attività e il movimento. Nella misura del possibile cerco di aprire le attività ai diversi migranti e ai non-migranti. Insieme ci muoviamo su tre assi. L'esercizio fisico pratica consiste in nordic walking, camminate nell'ambiente vicino (città, regione), danze, passeggiate a tema e iniziative bisemestrali «ça marche avec mon podomètre» (in marcia con il mio contapassi). Queste attività puntano a reintrodurre il movimento nella vita quotidiana o a valorizzarne l'importanza. La condivisione in tema di alimentazione, e quindi dei fornelli, e lo scambio di opinioni sulle strategie di acquisto mobilita una serie di partner esterni, proprio come l'ultimo asse, che consiste nell'affrontare la questione della salute, nel fare un bilancio e nel condividere le conoscenze utili. Questa breve panoramica vi può permettere di capire la diversità delle mie attività, che rientrano sia nel campo del networking, della creazione di contatti e del lavoro diretto in loco, sia nell'organizzazione, pianificazione e gestione di partnership. La mia esperienza in seno alle associazioni si è rivelata preziosa, in questo contesto, al pari della mia formazione di ingegnere, essenziale per strutturare il progetto e il mio lavoro. In quanto responsabile della pianificazione annuale delle attività di «Mon Assiette, Mes baskets», devo definire gli obiettivi a breve e medio termine. Parallelamente sono costantemente alla ricerca, e impegnato nella mobilitazione, di partner attivi sul territorio e di sostegno finanziario. Devo quindi creare legami privilegiati con le persone-chiave sia nell'ambito della migrazione, sia nell'ambito delle istituzioni connesse a tutti o quasi tutti gli ambiti della salute, della difesa dei consumatori, così come negli enti pubblici, comunali e cantonali ecc. Il fatto che il Programma Ça marche sia ospitato alle Ligues è importante poiché posso così avere un contatto privilegiato con programmi quali Allez Hop Romandie e Fourchette Verte. Fortunatamente mi avvalgo anche di un gruppo di colleghi molto dinamico e aperto. Coordino i workshop sul movimento e sulle escursioni, partecipo all'organizzazione di workshop o incontri culinari e mi occupo di seguire i partecipanti a fine corso: tutto ciò mi consente di tenere i piedi a terra. Infine gestisco la valutazione e redigo i rapporti di attività e di gestione. Per riuscire a seguire bene i diversi compiti è importante disporre di buoni strumenti. Quali sono secondo Lei le sfide principali (gli ostacoli) per quanto riguarda la realizzazione di un progetto? Per capire la posta in gioco occorre ricordare che opero in un contesto di salute comunitaria. La sfida principale consiste nell'introdurre un'attività ricca nel tempo libero dei partecipanti. Si tratta sia di inquadrare le loro aspettative, sia di essere reattivi e flessibili per far sì che le nostre offerte e proposte possano essere adeguate e rispondere in misura ottimale a tali aspettative. Infine bisogna riuscire a sincronizzare i paletti imposti dai finanziatori e gli imprevisti. In che modo affronta personalmente queste sfide? La flessibilità e la capacità di adattamento sono fondamentali. Tutto si basa sui legami, sulla fiducia e su uno spirito di servizio che non si può tradire o logorare. È quindi importante avere una grande apertura mentale e grandi abilità di negoziazione, sia con la base (i partecipanti), sia con i partner e i finanziatori. Secondo Lei quali sono gli strumenti utili alla guida? Faccio ampio uso delle carte euristiche («mind maps») per visualizzare in gruppo la struttura del progetto. Gli incontri o le sedute brevi di verifica sono importanti per sintonizzarsi. Infine risultano utili gli strumenti più tradizionali di gestione dei progetti quali i diagrammi di Gantt o i grafici di gestione, che possono essere creati con diversi mezzi o software (Excel, Mind View, XMind, …); in particolare lo strumento di gestione dei progetti di Quint-essenz permette di condividere online la creazione e la definizione di progetti in collaborazione, specialmente in occasione del processo di pianificazione. Che cosa consiglierebbe a una persona senza esperienza che volesse assumere la guida di un progetto? A cosa deve fare particolarmente attenzione? È difficile dare dei consigli senza conoscere il contesto dell'azione. Dalla mia esperienza, tuttavia, si potrebbero trarre diversi insegnamenti. La pianificazione teorica non corrisponde mai alla realtà che si trova sul posto. Bisogna quindi saper mollare la presa. Bisogna inoltre sapere ascoltare le persone, mantenendo la rotta. Occorre quindi saper dare tutta la dovuta importanza agli elementi strategici e alla visione a lungo termine ed essere dotati di particolari abilità tattiche per reagire sempre in maniera pertinente e opportuna. Il pilota deve indicare la rotta ma bisogna fidarsi dei propri partner o colleghi. Deve sapere che non è unico depositario del sapere ma guardiano di un sapere condiviso. Per guadagnarsi il proprio posto e il rispetto degli altri occorre che tutti possano «respirare» e dare il meglio di sé nel progetto.
2013 Judith Hübscher-Stettler & Doris Grauwiler (Qualità nelle organizzazoni)
Judith Hübscher-Stettler, lei è incaricata della promozione della salute e della prevenzione nel Cantone di Turgovia. Quanto è importante nel suo Cantone la qualità in quest'ambito? *Hübscher-Stettler:* La qualità è molto importante. Uno dei principi fondamentali della promozione della salute in Turgovia esige che i programmi e i progetti della promozione della salute si orientino a criteri qualitativi riconosciuti e a modelli comprovati sul piano pratico e miranti a ottenere effetti specifici. Alla luce della diminuzione delle risorse, garantire la qualità sarà un aspetto di crescente importanza in futuro: per impiegare in modo efficace ed efficiente i mezzi a disposizione è necessario verificare e garantire qualità ed efficacia dei vari programmi, progetti e offerte. Come si fa questo all'atto pratico? *Hübscher-Stettler:* In primo luogo bisogna suscitare negli organi decisionali la consapevolezza delle condizioni quadro necessarie a ottenere la qualità. Poi bisogna ovviamente sensibilizzare sulla questione qualitativa anche i fornitori di servizi, tenendo comunque sempre conto delle diverse premesse individuali, visto che per alcune organizzazioni la qualità è ancora una questione che si pone a livello di strutture e processi, mentre per altre interessa già i risultati. Dove incontra ostacoli e come vi reagisce? *Hübscher-Stettler:* La sfida consiste nell'essere capaci di offrire ai vari gruppi di utenti prestazioni in grado di soddisfare le diverse esigenze in termini di qualità con i mezzi a disposizione. Il che vuol dire richiedere e promuovere la qualità nell'ambito delle possibilità concrete e finanziabili. È un processo che può essere promosso con strumenti di facile impiego e orientati alla prassi nonché con discrezionalità per quanto riguarda le esigenze in termini qualitativi. Doris Grauwiler, in qualità di responsabile del settore promozione della salute e prevenzione di Perspektive Thurgau sta curando l'implementazione combinata dei due strumenti per la qualità quint-essenz e modulo X di QuaTheDA. Secondo lei qual è il potenziale dell'abbinamento di questi due sistemi? *Grauwiler:* Le maggiori potenzialità si riscontrano a livello di ideazione, sviluppo e messa in pratica di prestazioni (modulo X/2 di QuaTheDA): mentre i requisiti stabiliti da QuaTheDA creano per così dire la struttura di base, i criteri e gli strumenti di quint-essenz forniscono invece i contenuti. Quali sono le maggiori sfide che si prospettano? *Grauwiler:* La maggiore sfida consiste nel fatto che promozione della salute e prevenzione non sono settori autonomi nell'ambito di QuaTheDA, ma che “Promozione della salute, prevenzione, riconoscimento precoce e intervento precoce” viene trattato come un ambito operativo del settore delle dipendenze. Sorge quindi la domanda se nell'ambito del QuaTheDA il settore della promozione della salute e della prevenzione goda di sufficiente spazio di manovra e potenzialità di evoluzione. Quali indicazioni o raccomandazioni può dare agli enti che vogliono assicurare e promuovere la qualità dei loro progetti in modo duraturo? *Grauwiler:* Siamo solo agli inizi. La nostra priorità è garantire la qualità dei progetti per la promozione della salute come settore a sé stante e quindi puntiamo a effettuare i collegamenti a QuaTheDA in modo tale da riuscire a soddisfare queste aspettative. E dovremmo riuscire in questo intento, visto che nel nostro mandato di fondo ci orientiamo ai criteri e agli strumenti previsti da quint-essenz per la qualità dei progetti. L'utilizzo più o meno sistematico di quint-essenz dalla motivazione alla valutazione dei progetti, passando per programmazione e attuazione, fornisce ai progetti una base professionale e soddisfa quindi anche i requisiti di QuaTheDA. L'abbinamento dei due strumenti è una scelta decisamente praticabile per le organizzazioni interdisciplinari che, come Perspektive Thurgau, dispongono già di una certificazione nel settore delle dipendenze.
2015 Christian Jordi (Opportunità e rischi di progetti e programmi)
Christian Jordi, dal 1° novembre è membro dello staff direttivo di Promozione Salute Svizzera nonché responsabile della gestione dei rischi della fondazione. Che cosa significa realmente gestione dei rischi? La gestione dei rischi è un compito dirigenziale che spesso viene riassunto nel concetto di ‘Corporate Governance‘. Esso comprende due elementi fondamentali: i rischi strategici quali legati all’ambiente o alla reputazione dell’azienda da un lato, e i rischi operativi quali superamenti dei budget ed errori dovuti a mancanza di chiarezza nelle procedure dall’altro. Questi ultimi vengono contemplati dal sistema di controllo interno (IKS), il quale costituisce altresì una parte integrante della revisione ordinaria. Può citarci alcuni esempi di rischi identificati da Promozione Salute Svizzera? Un rischio esterno potrebbe essere costituito dai riscontri mediatici negativi, che possono danneggiare la reputazione di Promozione Salute Svizzera. Un ulteriore rischio risiede negli obiettivi troppo ambiziosi in termini di efficacia, che quindi non possono essere raggiunti. Un esempio di rischi interni riguarda invece i rischi personali a seguito di malattia o infortunio. E come affronta concretamente Promozione Salute Svizzera questi rischi? L’orientamento strategico dell’azienda nonché il raggiungimento degli obiettivi vengono valutati trimestralmente dalla direzione a mezzo di un sistema di gestione dell’informazione e comunicati al Consiglio di fondazione. Inoltre, il Comitato strategico e la Commissione per l’audit (composta da membri del Consiglio di fondazione) una volta l’anno verificano l’evoluzione dell’orientamento strategico. Che cosa potrebbe consigliare agli addetti ai lavori che desiderano stabilire un sistema di gestione dei rischi nel loro progetto o in seno alla loro organizzazione? Una premessa fondamentare riguarda la rilevanza. La gestione dei rischi dovrebbe individuare i rischi essenziali e affrontarli con tempestività. Inoltre, la gestione dei rischi deve essere ‘vissuta’, ossia essere nota a tutti i collaboratori e risultare valutabile in termini di revisione tecnica. Infine, l’entità dei rischi e la probabilità di concretizzazione andrebbero se possibile quantificate. Una domanda conclusiva: oltre che con i rischi esiste un approccio sistematico anche con le opportunità che potrebbero generarsi? Laddove vi sono dei rischi, vi sono anche delle opportunità. Queste ultime possono essere identificate e influenzate a mezzo di un’analisi SWOT (analisi dei punti di forza, di debolezza, delle opportunità e dei rischi). Promozione Salute Svizzera segue le evoluzioni attivamente, sul campo, per riconoscere le buone opportunità (‘windows of opportunities’) e trarne profitto. Inoltre è attiva in diverse reti, in stretto contatto con detentori del potere decisionale, rappresentanti dei settori politico, amministrativo, economico e di organizzazioni non profit e osserva regolarmente gli sviluppi politici a mezzo di un monitoraggio politico sistematico. Infine, raccogliamo e valutiamo in continuazione le più recenti conoscenze acquisite nei nostri settori tematici.
Ultima modifica: 13 maggio 2015 11:29